Menu principale:
Tra il 1920 e 1921 il nostro paese stava risorgendo dalle macerie e le nuove strade si delineavano larghe e diritte. A tanti sembravano fin troppo larghe e troppo diritte. Molte famiglie vivevano ancora nelle baracche; le sere erano lunghe e non sempre, nella baracca del Cinema Italia c’era un film. Nelle baracche -
Si discuteva, si beveva, si litigava, si concludevano affari. Ma si parlava anche di sport: del Giro d’Italia, del campionato di calcio che era ripreso dopo la pausa della guerra.
Nell’inverno 1921 -
Ricordavano la felice giovinezza finché qualcuno disse: -
Erano Edoardo Carli nipote dei Calzin e suo cognato Benedetto Vescovi Puledro, Titta Rigoni Stern e Alfonso Brugnaro, Riccardo Carli Ramandelo e Toni Stella Masein, Domenico Costa Sec e Olindo Pellegrini, Domenico Chiesa e qualche altro.
-
-
Quella sera, bevendo una bottiglia di recioto, discussero come si dovesse nominare. Società Sportiva Asiaghese? S.S.A. suona male. Asiago Sport Invernali? A.S.I. pure suonava male, e poi non c’erano solo gli sport invernali. Unione, disse uno. Chiamiamola Unione Sportiva Asiaghese. No, non Asiaghese. Unione Sportiva Asiago: U.S.A. Sì, chiamiamola U.S.A..
Ma una Unione ha bisogno delle regole che i soci devono osservare. Si ritrovarono ancora per molte sere, in quell’inverno del 1922, e, articolo dopo articolo incominciarono a scrivere "Lo Statuto" dell’Unione: emblema, scopi, doveri, cariche, durata, programmi; e la sera del 25 febbraio i Soci fondatori si riunirono in assemblea per l’approvazione dello Statuto.
Naturalmente la cosa si riseppe subito in giro per case e baracche, qualche giovane incominciò ad avvicinarsi ai Soci fondatori per avere chiarimenti. Intanto, a ricordo dell’evento venne disegnata una apposita pergamena; le donne e le ragazze di Asiago ricamarono la bandiera e una bella domenica di maggio, era il giorno 20, con la benedizione di Don Guido, che poi diventò anche Vescovo, e con madrina la dignitosa e austera maestra Augusta Vescovi, l’Unione Sportiva Asiago entrò a far parte della nostra storia paesana ma anche della storia sportiva d’Italia.